Il Neoclassicismo musicale è una corrente affermatasi fra gli anni venti e trenta del Novecento consistente in un ritorno, pur con rinnovata sensibilità moderna (il gusto per l'ironia, la parodia irriverente, la politonalità, le scale e armonie insolite, la poliritmia), agli stili e alle forme musicali preromantiche.
Il Neoclassicismo musicale si caratterizza dunque per: 1) un recupero della tradizione tonale della musica e del rapporto col pubblico; 2) un ritorno a una forma musicale pura, che abbandoni legami e motivazioni filosofiche o morali per tornare a essere un oggetto autonomo rispetto ad altre arti o conoscenze.
I musicisti neoclassici vivono lo stesso di bisogno di razionalità, rigore ed equilibrio che caratterizzò la musica rinascimentale, barocca e classica, rifiutando così sia il sentimentalismo romantico ottocentesco sia le novità dell'impressionismo francese, dell’espressionismo atonale e dodecafonico tedesco del '900.
Leggi la scheda di Viola Craig > L'HISTOIRE DU SOLDAT
Uno dei giganti neoclassici è Igor Stravinskij che, cinque anni dopo la sua controversa Sagra della primavera, vive prima il suo periodo cubista con l’Histoire du Soldat (1918 - per voce recitante, mimo e piccolo complesso strumentale), poi a partire dal suo balletto "Pulcinella" (1920) il suo periodo neoclassico (vedi scheda).
A Stravinskij (foto a sx qui sopra) si affiancano (al centro) l’ungherese Bela Bartok (1881-1945) con il suo interesse per la musica popolare e (foto a dx) il tedesco Paul Hindemith (1895-1963) che, in alternativa alla musica “difficile” di dei suoi connazionali espressionisti, propone una musica neoclassica più semplice e comprensibile.
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Un risalto particolare va dato a Maurice Ravel (1875-1937) considerabile sotto molti aspetti un musicista neoclassico. Egli infatti utilizzò tecniche e strutture compositive tipicamente tradizionali con precisione matematica, senza mai sconfinare nell'atonalità, pur proponendo sempre armonie e suggestioni sonore innovative.
Fu influenzato da Debussy, tanto che molti lo considerano ancora un musicista impressionista. In realtà il Ravel compositore si caratterizza per un suo personalissimo stile, che trae ispirazione anche dalla musica russa, spagnola e dal jazz degli Stati Uniti.
A lui viene riconosciuta una notevole capacità nell'arte dell'orchestrazione. Tra le sue opere più famose si ricordano infatti l'orchestrazione dei Quadri di un'esposizione per pianooforte del russo Musorgskij e il balletto "Bolero", nella quale è proprio la sua gestione dei colori strumentali a farne un brano pressoché unico nel suo genere.
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Illustri rappresentanti del neoclassicismo (vedi sopra da sx a dx) sono in Italia, Alfredo Casella (1883-1947) e Goffredo Petrassi (1904-2003); in Russia Sergej Prokofiev (1891-1953) e Dimitrij Šostakovič (1906-1975), in Inghilterra Benjamin Britten (1913-1976), in Francia, l’ironico e bizzarro precursore Erik Satie (1866-1925).
Ancora in Francia sulla scia dell'ultima musica d'arredamento di Satie, una musica che c'è ma non va ascoltata, ricordiamo il Gruppo dei Sei e cioè, sempre da sx a dx, G. Auric (1899-1983), L. Durey (1888-1979), A. Honegger (1892-1955) D. Milhaud (1892-1974), F. Poulenc (1899-1963) e G. Tailleferre (1892-1983).
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Un cenno a parte merita George Gershwin (1898-1937), la cui storia personale incarna al meglio uno dei miti del sogno americano, quello di un self-made man musicista poco più che autodidatta diventato autore di tanti successi nel campo della musica leggera, arrivando poi con lo studio a comporre opere come Rapsodia in blu (1924), Concerto in fa (1925), Un americano a Parigi (1928) e le musiche del melodramma americano Porgy & Bess (1935), in una originalissima fusione di musica jazz e brillante stile neoclassico. |