Louis Armstrong ebbe un'infanzia travagliata. I genitori si separano poco prima della sua nascita ed egli cresce più che altro grazie alle cure di nonna Josephine. Le sue giornate sono sospese tra emarginazione e delinquenza, anche se presto nasce in lui un interesse capace di allontanarlo da pericolose deviazioni: la musica.
Ancora troppo giovane per suonare la tromba o per apprezzarne potenzialità e sfumature, Louis si limita dapprima a cantare per le strade, una pratica occasionale che gli permette di sviluppare un'ottima intonazione e un istintivo senso dell'improvvisazione, la caratteristica principale del jazz.
Ma la vita di strada comporta pur sempre grossi pericoli e Louis non può che esserne coinvolto. Un giorno viene sorpreso a sparare con un revolver sottratto ad uno dei compagni della madre, ragione per cui un tribunale, condannandolo a due di riformatorio, lo sottrae a una famiglia incapace di gestire la sua educazione.
Anche in riformatorio Louis Armstrong trova il modo di far musica: entra a far parte prima del coro dell'istituto e successivamente della banda, dove inizia suonando il tamburo. Prende anche le prime lezioni di cornetta, uno strumento molto simile alla tromba, ma con un suono ancor più agile a squillante.
Il suo maestro, Peter Davis, gli fornisce le basi dello strumento e con la banda dell'istituto, molto amata dai suoi concittadini, Louis può girare per le strade di New Orleans suonando melodie come "When the Saints Go Marchin' in", un brano che per parecchi anni successivi sarà uno dei suoi cavalli di battaglia. VEDI - ASCOLTA
Uscito dal riformatorio ancor adolescente egli inizia a frequentare pub e locali nella speranza di avere la possibilità di suonare in qualche orchestra. In uno di questi vagabondaggi conosce Joe Oliver, già conosciuto come "King Oliver" prima degli anni '20, che lo introduce nell'ambiente dei primi musicisti jazz.
Dal novembre del 1918 lavora così sui riverboats (i battelli che navigavano il Mississippi) e impara a leggere le partiture, diventando così un musicista completo. Dopo qualche anno, si trasferisce a Chicago, lasciando una New Orleans in cui il jazz era ormai ridotto a tipico fenomeno musicale per turisti. VEDI - ASCOLTA
Armstrong in quel momento infatti stava invece seguendo un'altra strada, completamente diversa, improntata su un più attento intreccio polifonico delle melodie, del sostegno armonico e, per altri versi, sul tentativo di dare al solista un ruolo determinante e insieme ben integrato all'interno di una jazz band.
Una ricerca, peraltro, grazie alla quale viene ingaggiato dallo stesso King Oliver nella sua "Creole Jazz Band", dove Louis la possibilità di proporsi ora come solista virtuoso per inventiva, fantasia ritmica e melodica, unite ad un'impressionante volume sonoro e ad un'inconfondibile timbro.
Dopo una serie di tournè di successo si arriva al 1924, anno particolarmente importante per "Satchmo". Si sposa, lascia l'orchestra di Oliver ed entra nella Big Band di Fletcher Henderson, un colosso del jazz che disponeva di una delle migliori orchestre del tempo, zeppa di solisti di pregio.
Con questo salto di qualità, Armostrong ha l'opportunità di incidere brani con Sidney Bechet, Bassie Smith e molti altri. Registra "Hot Fives and Hot Sevens" trasformando così il jazz, con la sua tromba chiara e brillante e la sua incredibile voce roca, in una delle più alte espressioni musicale statunitensi.
Da allora è solo un susseguirsi di successi, all'ombra però di alcune voci critiche che denunciano limiti e scadimenti del fenomeno Armstrong. Egli viene addirittura accusato di essere uno zio Tom, una macchietta teatrale, il classico negro buono, rispettoso e senza idee che potessero contestare il potere dei bianchi.
In realtà in anni successivi è pur vero che molti riconobbero che fu proprio la sua presenza a contribuire il superamento di ogni barriera razziale, diventando una delle prime star di colore nella musica. La sua vita, oltre ai concerti e tournée, si arricchì di nuove collaborazioni, aprendosi anche al cinema.
In "Alta società" (High society) del 1956, di Charles Walters, con Grace Kelly, Bing Crosby e Frank Sinatra, al nostro Louis Armostrong, che è ormai all'apice del successo e della notorietà anche fuori degli Stati Uniti, viene affidato l'introduzione e la conclusione della prima e dell'ultima scena del film.
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